Sono stata una cattiva blogger, ultimamente. Qualunque food writer che si rispetti, durante un viaggio lungo un mese come quello che ho appena terminato io in varie regioni del Messico e del Texas, avrebbe pubblicato frequenti articoli. Certo, potrei nascondermi dietro al fatto che ero sempre in viaggio, che i ritmi erano spesso serrati, le connessioni ad internet poco affidabili…ma la verità è che non me la sentivo di condividere costantemente quello che mi accadeva ogni giorno, non in presa diretta. Sono stata talmente immersa e coinvolta dalle mie avventure che dovevo mettere un po’ di tempo e distanza fisica da esse, per meglio metabolizzarle e poterle raccontare con efficacia.
Tutto ciò è cambiato una volta sull’aereo di ritorno in Italia, dove mi sono fermata finalmente a riflettere. Aperto il computer sul tavolino estraibile, ho cominciato ad addentrarmi nell’enorme mole di ricette, appunti, foto e video accumulati nelle ultime settimane. Stavo letteralmente affogando nell’oceano di media raccolti e improvvisamente non vedevo l’ora di condividerli con voi nelle prossime settimane.
La notte prima di partire, i miei genitori hanno organizzato una festa di arrivederci sul ranch, e in tale occasione ho preparato un piatto che potesse simboleggiare il mio amore per entrambe le patrie di cui mi sento figlia, l’Italia e il Texas. Ho così raccolto del coriandolo fresco nell’orto di mia mamma (il sapore più caratteristico della cucina Tex-Mex) insieme con altre erbe e ho preparato con essi una variante del pesto, usando pure il nostro olio di Moneglia. Ne è risultata una salsa dall’aspetto familiare ma dal profumo pungente e inconsueto.
Nonostate io sia pressoché certa che nessuno dei miei amici genovesi approverà questa ricetta, essa occupa un posto speciale nel mio cuore. È come se interpretasse il mio stato d’animo. Non appartiene nè all’Italia nè al Texas, ma potrebbe “sentirsi a casa” in entrambi i posti. Forse ai liguri farà lo stesso effetto che fa a me casa mia ogni volta che ci ritorno: di aspetto uguale, ma dal sapore completamente diverso.
“Pesto Texano” / Pesto di coriandolo fresco
- 2-3 grosse mazzette di coriandolo fresco (dovrete ottenere circa 50 g di foglie)
- 1 – 2 spicchi di aglio (a piacere)
- mezzo peperoncino piccante verde (tipo jalapeño o serrano), tritato, semi scartati
- 50 g di mandorle
- il succo di 1 lime o mezzo limone
- 1 cucchiaino di sale
- un pizzico di cumino
- olio d’oliva extra vergine
- 2 cucchiai abbondanti di parmigiano grattugiato
Unite nel frullatore (oppure nel mortaio se siete dei puristi) il coriandolo fresco, l’aglio, il peperoncino, le mandorle, il sale e il cumino frullate brevemente. Unite poi il parmigiano grattugiato e poco olio d’oliva e finite di frullare. Versate quindi altro olio a filo per ottenere la densità desiderata.
@Piero lo penso proprio come te. Credo che sia importante sfidarsi con esperienze culinarie del genere, per mettere alla prova le nostre pregiudizi culturali e gastronomiche!
Non entro nel merito della polemica precedente.
Dove credo che basterebbe avere un po’ di misura e le discussioni non si accendono neanche.
Tornerei sul pesto.
Un mio commento, spero intelligente…
Quando si assaggiano piatti come questo è fondamentale riuscire ad escludere le aspettative che il nostro cervello si fa.
Mi spiego meglio. L’aspetto, almeno in foto, è molto simile a quello del pesto. Ma penso che il gusto sia molto differente. Se però lo assaggiamo aspettandoci di sentire il sapore del pesto, saremo inevitabilmente delusi. Quindi bisogna riuscire a non crearci aspettative.
Mi ricordo di aver assaggiato da Bottura una volta la parmigiana di melanzane come zuppa Thai. Li addirittura l’aspetto non era neanche simile alla parmigiana, ma io mi ero aspettato un piatto che avesse quel gusto. Il piatto era molto buono, ma inevitabilmente diverso da una parmigiana classica.
Quindi in sintesi bisogna riuscire ad assaggiare il piatto riuscendo ad escludere i nostri condizionamenti precedenti, che è quello che cercherò di fare riproducendo questa ricetta che mi sembra interessante…
Pino, mi dispiace che tu non abbia capito bene il senso di questo articolo, cerchero’ di essere ancora piu’ chiara nel futuro.
Il problema dei commenti è che spesso vengono postati solo per far vedere la propria (auto)presunta intelligenza, io-sono-più-bravo-e-a-me-non-la-si-fa…
Pino: è il tuo caso.
Il coriandolo o cilantro ha origini mediterranee, magari medio-orientali (e uno dei suoi nomi è “prezzemolo cinese”: gliel’avranno dato perché si coltiva a Brisighella?), non necessariamente all’interno dei confini italiani; viene usato nel curry e nel garam masala indiano, nelle cucine etiopi e marocchine; nella cucina italiana, e così in quella spagnola. E anche in quella americana e latino americana: come dice Laurel, che non ne ha fatto una bandiera di autoctonia (potrebbe allora rivendicare che la polenta è fatta col SUO mais, la pizza coi SUOI pomodori, e della pizza abbiamo fatto una delle nostre bandiere culinarie…).
Se proprio vogliamo vedere, gli americani in quanto tali forse non esistono nemmeno: sono i discendenti di un misto di europei (spagnoli inglesi francesi italiani tedeschi…), africani, più qualche indiano, qualche azteco, e un sacco di altra gente. E probabilmente fra tutta questa gente arrivata lì ci sarà stato qualcuno che si sarà portato anche qualche piantina di coriandolo, e di qualcos’altro…
Un’ultima cosa. Ammettiamo per assurdo che tu abbia ragione, che Laurel avesse scritto “il coriandolo è americano al 100%”. E allora? Allora avresti potuto scrivere “guarda Laurel, ti sbagli, perché bla bla bla.” Punto. Senza usare parole – ignorante – che ahimé ti si possono ritorcere contro. Assieme a maleducato.
sul web impazzano i food blogger… Ma conoscere le piante e le loro origini no? Il Coriandolo ha origini mediterranee, cosa c’entra il Texas?
E’ l’ennesimo pastrocchio americano. Una schifezza.
Impara a conoscere le spezie prima di definirti “food blogger”, quali sono le loro origini e la loro storia.
Il Coriandolo esiste qui in Italia da sempre.
Potrei farti una lunga lista di spezie che probabilmente non conosci che sono autoctone qui in Italia, ma forse nel tuo prossimo viaggio (in Kenia? nel Burundi?) ti accorgerai che esistono.
Preferisco lasciare te e gli ignoranti come te nel proprio brodo.
Deliziosamente ignorante.
Laurel che bella che sei in versione blondie <3
Un abbraccio Chiara Micibo
Ciao! questo pesto deve essere molto buono e saporito ^_^ Ogni tanto cambiare la tradizione fa bene e aspetto le tue nuove ricette!
Grazie anche per tutte le dritte per il Tacchino Ripieno… con i miei amici l’abbiamo provato qualche tempo fa ed è uscito una meraviglia!
Un bacio e buona giornata!
mi unisco agli altri commenti: ricetta interessante e sfiziosa! aspetto di seminare il coriandolo a primavera e quando sarà nato e cresciuto ( speriamo perchè l’anno scorso non mi è riuscito…) la farò sicuramente….aspettiamo altri racconti del tuo viaggio….
@sandro BELLISSIMO! Non l’avevo ancora visto questo video!! Aahahahahahhaaaaa! Grazie!
Caspita!…anzi Belin! : D
Appena ho iniziato a leggere la mia genovesità è innorridita:ù pestù con il coriandolo? …vabbè che siamo quasi a carnevale ; )
Ti faccio i complimenti per la fantasia che è quasi sempre frutto della contaminazione, positiva in questo caso : )
Allego in video in tema di pestù e contaminazione
http://youtu.be/8U8k-dd1UrI
Ma guarda che idea sfiziosa… abbastanza uguale all’originale, e abbastanza diverso… Aspettiamo altri post sul tuo viaggio, e intanto pensiamo a cosa scriverai… un’amatriciana con guanciale di bufalo? brasato con chili? Piadina- pardon, tortillas con lo scquacquerone e il prosiutto?
Interessante… abbastanza simile e abbastanza diverso da meritare l’esperimento…
(aspettiamo altri frutti dalla tua rimpatriata
Io, invece, trovo intrigante questa fusione di sapori. Certo non sono ligure ma mi piace mescolare elementi di tradizioni culinarie diverse. Trovo anche azzeccata la sostituzione dei pinoli con le mandorle. Va provato ma ti farò sapere ;-)