Un quattro di luglio da lontano

La casa del mio zio John, prima della festa del Quattro Luglio. Foto da mio cugino, Jim Drought.

Ooops! Il 4 di luglio è di nuovo qui e, ancora una volta, ho rischiato di dimenticarlo. In effetti il nostro Giorno di Indipendenza è una di quelle festività che e’ fin troppo facile ignorare se si vive fuori dagli Stati Uniti. Non c’è il weekend lungo, le patatine bianche rosse e blu, bandiere svolazzanti in ogni giardino e, più di tutto, la mancanza dell’onnipresente di barbecue in giardino. Il più delle volte riesco a tornare a casa per l’occasione, non tanto perché io sia una gran patriota, ma per la ghiotta occasione di stare insieme a tanti amici e parenti per l’estate. In Texas fa un caldo infernale d’estate, ma i texani lo sopportano benissimo con l’aiuto di birre gelate e piscine, una combinazione di cui approfitto spesso durante le mie visite. E poi c’è la grande partita, una cosa che odio perdermi.

La mia famiglia, per gli ultimi 40 anni, ha celebrato il 4 di luglio con la più seria delle partite di baseball. Considerando fidanzati ed amici siamo sempre in numero sufficiente a formare 2 squadre di baseball, cheerleaders e tifosi: tutti animati da grandi motivazioni, spirito di competizione e un certa tendenza alla grandeur. Uno dei miei zii ha chiuso una sezione del ranch con una recinzione elettrificata per tenere fuori mucche e cervi, ed ha creato un campo regolamentare di erba verdissima, delimitato da righe di gesso bianche e provvisto perfino di gradinate.

Ora, io sono appassionata di sport competitivi quanto lo sono delle poste italiane (il mio momento di gloria “in campo” è stato prendermi una palla vagante in testa quando avevo 4 anni – apparentemente anche gli innocenti spettatori sono in pericolo se mia nonna va a lanciare), ma sono comunque una grande fan di questa tradizionale partita. E poi riesco a vedere tutti insieme i miei cugini, c’è birra gelata e guacamole a volontà. Verso sera torniamo tutti verso le nostre case per farci una doccia e poi incontrarci nuovamente per cena a casa di zio John per una grande cena e i fuochi d’artificio.

Quest’anno purtroppo il lavoro mi ha costretta a rimanere a Milano, a sudare di fronte al mio computer e maledire le zanzare che sembrano aver scelto casa mia come quartier generale. Così, invece di compatire me stessa ( ok, lo ammetto: dopo essermi compatita per una frazione di secondo) ho aperto una birra fredda, fatto un po’ di guacamole e ho aperto Skype. Grazie al Cielo c’è Skype: mi è quasi sembrato di essere là. Quasi.


Fuochi d’artificio alla festa del Quattro Luglio. Foto da Jim Drought.


La partita si fa sempre più internazionale, ormai anche gli italiani giocano a casa mia! Qui c’e’ Felipe, il cugino di mio marito, al suo memorabile esordio 2 anni fa …

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